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Alimentazione
1. NUTRIRSI CHE SIGNIFICA
?
Articoli scientifici tratti da studi c/o Prof. Paolo Manzelli
Direttore del Laboratorio di Ricerca Educativa - Università di Firenze http://www.chim1.unifi.it/group/education
1.1 Il
sistema di informazione
Erwin Schrödinger premio Nobel per la Fisica del 1933, in un suo
famoso libro intitolato "What is Life", si pose il problema di come agisca
la informazione nel sistema vivente. Egli iniziò con il ricercare la comprensione
di un complesso di fenomeni che chiamiamo "informazione" a partire dai concetti
già elaborati dalla scienza. Infatti, l'idea di informazione rappresenta
un concetto di cui la scienza, nella sua impostazione meccanica ed anche
quanto-meccanica, non ha ancora espresso chiara definizione. La scienza
tradizionale ha separato il soggetto dall'oggetto della "osservazione" e
pertanto ha concepito l'informazione come un fatto mentale astratto, non
correlato cioé alle attività biologiche del cervello e del corpo umano.
La scienza contemporanea ha infatti, studiato la natura come un evento in
se stesso oggettivo e tale impostazione non ci pone nelle condizioni di
poter riflettere sul fatto che, ciò che é a noi noto, é il frutto dalla
elaborazione biochimica della nostra mente. Cosi ad esempio possiamo comprendere
come elementi della informazione ereditaria espressa dai geni del DNA lavorino
come fatto oggettivo, ma non sappiamo porci la domanda di come la genetica,
che ci ha costruito come esseri viventi, possa avere una comprensione intrinseca
della sua azione di informazione nell'agire nella trasformazione delle sostanze
biochimiche che ci danno la vita. Forse esagerando rispetto ad una visione
materialistica del DNA, considerato come molecola chimica capace di conservare
informazione, recentemente alcuni studiosi americani di socio-biologia,
un ramo della antropologia culturale, asseriscono e sostengono che le relazioni
tra cervello corpo e mente, vengono guidate dagli interessi di sopravvivenza
della specie, interiorizzati nel DNA. Quindi attribuiscono al sistema di
informazione genetica la capacità di eseguire una propria espressione sincronizzata
con la comunicazione chimica cerebrale, che induce sensazioni e pulsioni
interiori recepite dall' individuo come esigenze fisiologiche. Tali autori
affermano che l'informazione genetica risulta decisiva anche in senso sociale
in quanto agisce sulla connessione della famiglia e quindi della società,
attribuendo pertanto al DNA un fondamento cosciente che riduce il libero
arbitrio dell' uomo. A fondamento di tale loro asserzione portano varie
prove sperimentali: ad esempio gli animali che vivono in coppie, come generalmente
fa l'uomo, nel fare all'amore producono a livello cerebrale una proteina
"precursore di endorfine", che sono particolarmete attive nel talamo, sezione
cerebrale dove si generano le sensazioni e le pulsioni che rinforzano la
correlazione della coppia.
1.2. Informazione
e metabolismo nutrizionale
Indubbiamente la risposta alla domanda di cosa sia la vita era più
facile ed intuitiva per gli antichi filosofi-scienziati greci, perché essi
si riferivano come Ippocrate ad una "intelligenza della natura" di cui facciamo
parte integrante, mentre altri come Epicuro si rifacevano ad una concezione
generale "vitalistica" per i quali gli atomi stessi erano elementi fondamentali
della vita dell'universo, e come tali viventi essi stessi. Gli atomi per Epicuro
si comportavano infatti, come semi in un campo e quindi erano essi stessi
dotati di principi vitali. Oggigiorno essendo ben lontani da tali concezioni
della filosofia greca antica, dobbiamo capire come sviluppare nella scienza
contemporanea nuove concezioni che spieghino lo svolgimento dei processi di
informazione associati al metabolismo nutrizionale e più in generale abbiamo
bisogno di creatività cognitiva in ogni campo scientifico volto alla comprensione
della vita; così ad esempio dovremo dare una interpretazione al riconoscimento
molecolare, che vada al di là della troppo semplice immagine di relazione
tra chiave e serratura; dovremo inoltre ricercare una logica interpretativa
a riguardo della comunicazione chimica, un tempo più semplicemente definita
intuitivamente da relazioni naturali di affinità chimica già preordinate dalla
natura. Pertanto, proprio partendo dalla necessità di revisione dei modelli
scientifici, Schrödinger scrisse un capitolo importante del libro intitolato:
La materia vivente si alimenta di entropia negativa , ponendosi il problema
di capire più a fondo il significato fisico del metabolismo,
termine che in greco significa "scambiare". Schrödinger criticò l'idea
semplicistica che lo scambio nutritivo fosse semplicemente energetico; un
elemento vitale infatti é l'acqua, di cui il nostro corpo é composto per oltre
il 60 % e tutti sappiamo quanto l'acqua sia importante per la vita, senza
fornire alcun contributo calorico. L'idea che ci nutriamo di "energia" é infatti
molto approssimata e proviene da misure calorimetriche degli alimenti, ma
noi in vero non siamo una stufa. Ad esempio oggi sappiamo che la molecola
di DNA priva di acqua, cioé considerata nel vuoto, si spezzerebbe entro poche
frazioni di secondo; l'acqua infatti stabilizza la dinamica molecolare del
DNA sostenendo questa struttura chimica complessa, con la costruzione dinamica
di ponti ed idrogeno che rendono flessibile il DNA. Riguardo al fatto che
la nutrizione viene riduttivamente considerata in termini di bilancio energetico,
Schrödinger dice testualmente "Per un organismo adulto il contenuto energetico
é pressoché stazionario così come il contenuto materiale. Poiché certamente
ogni caloria é equivalente ad ogni altra qualsiasi caloria, non si riesce
a vedere a cosa serva un semplice scambio. Qual'é quindi il prezioso elemento
che é contenuto nel nostro cibo che ci preserva dalla morte?". Un corpo morto
infatti, pesa quanto quello del vivo, ma la vita non si manifesta più, non
tanto per le calorie che il morto se combusto può ancora sprigionare. La vita
é funzione di un lavoro di informazione necessario per la ricomposizione del
metabolismo cellulare, che con la morte in qualche modo é repentinamente cessato.
A questo quesito sul significato fisico della vita Schrödinger utilizzando
dei termini della scienza termodinamica risponde: "é la neg-entropia (entropia-negativa)
generata dal processo metabolico di scambio di energia e materia, il cibo
effettivo della vita"; se il sistema vivente fosse chiuso ed isolato, allora
l'entropia del sistema tenderebbe ad un massimo, la qual cosa che corrisponde
a morte certa .
1.3. Le
informazioni perdute
Gli studi sulla formazione molecolare e quindi la ricerca dei processi
che realizzano l’informazione (non solo e soltanto genetica) necessari a dare
ordine ai processi vitali per ricostruire dinamicamente l'organismo, divengono
oggi cognizioni prioritarie rispetto alle misure correlative della quantità
energetica del cibo; tale considerazione rappresenta la differenza sostanziale
tra le esigenze cognitive della indagine biologica moderna rispetto allo
studio tradizionale della meccanica in fisica, la dove la misura quantità
ha assunto un valore fondamentale rispetto alla qualità. Per capire meglio
la concezione introdotta da Schrödinger é opportuno ricordare come il fisico
tedesco Rudolf Clausius introdusse il concetto di Entropia, che significa
traformazione (tropé) dall'interno (en), in base ai suoi studi del comportamento
dei gas, al fine di giustificare la irreversibilità del calore che passa
da un corpo caldo ad uno freddo e, non viceversa. In tal caso Clausius considerò
che la temperatura per il coefficiente di traformazione interna (S) indicasse
la quantità di calore dispersa in una trasformazione; la dispersione di calore
é quella che rende irreversibile il processo. In seguito a tale ragionamento
Clausius nel 1865 definì la Entropia come rapporto tra quantità di calore
e temperatura. Fu poi l'altro fisico tedesco Ludwig Boltzmann a correlare
l'Entropia alla probabilita' (P) del moto delle molecole gassose, che determina
calore per attrito, con una formulazione da cui si definisce che S=kLog P
Infine per capire più a fondo come la "neg-entropia" corrisponda ad "informazione",
quest'ultima intesa nel senso di qualcosa che precede la forma, é necessario
far riferimento al lavoro di Léon Brillouin, il quale partendo dal secondo
principio della termodinamica, dimostrò che l'entropia, misurando la probabilità
di evoluzione di un sistema verso un sistema omogeneo ad S massima, equivale
ad una misura della carenza di informazione. Infatti, l'informazione é frutto
della possibile analisi di differenze in quanto un sitema in equilibro omogeneo
é del tutto privo di informazione; l'entropia per Brillouin diviene quindi
una misura di quanta informazione é' andata perduta in una trasformazione
e viceversa la "negentropia" assume il significato di misura del contenuto
di informazione in una trasformazione. Quanto sopra detto é ancora più facilmente
comprensibile facendo riferimento ad un semplice esempio: quando si trasforma
l'uva in vino, é necessario iniziare con lo schiacciare l'uva ed in tale fase
si perde informazione in quanto viene distrutta la forma del grappolo d'uva,
un tale processo che necessita di apporto energetico, viene indicato dalla
crescita di entropia (ovvero di disordine); viceversa quando una nuova forma
molecolare viene sintetizzata, (che per semplicità chiamiamo "vino"), in tale
fase si registra la crescita di negantropia ovvero di un nuovo ordine molecolare
sufficientemente stabile nel tempo.
1.4. Codifica
e decodifica
Facendo riferimento ai precedenti concetti pertanto la alimentazione
é quindi definibile come un complesso processo di relazioni tra energia, materia
ed informazione (o se si preferisce di crescita negentropica), che attiva
la vita di organismo; quest'ultimo può quindi essere considerato come una
rete di comunicazioni programmate (esempio da: DNA, RNA, molecole-carrier...
ecc...) che vengono catalizzate da sistemi di informazione (esempio neurotrasmettitori,
ormoni, enzimi... ecc.), che si esprimono nella codifica e decodifica di interazioni
tra materia ed energia; questo sistema va considerato in termini di un sistema
di informazione, che nell'insieme caratterizza le attività cataboliche e anaboliche
del metabolismo di un organismo vivente. La comunicazione chimica si esprime
ad esempio tramite la messa a comune di alcuni elettroni, ovvero la interazione
di cariche elettriche, oppure la polarizzazione e depolarizzazione di molecole
dipolari ecc..; tale insieme di comunicazioni chimiche può essere organizzata
in modo che la informazione trasmessa possa selezionare e dare forma a strutture
molecolari prestabilite dalla codificazione genetica. Ragionando in tal guisa
possiamo dire che nei sistemi di auto-organizzazione delle reazioni biologiche,
il metabolismo chimico si attua utilizzando di tutta una serie di reazioni
cicliche accoppiate che necessitano energia dall'esterno, per agire sulla
degradazione (reazioni cataboliche) degli alimenti, le quali generano anche
la driving force (energia trainante) del processo metabolico. Le reazioni
del catabolismo sono quindi eso-energetiche (+E) e con crescita di entropia(+
S); esse vengono accopiate con reazioni di sintesi (anaboliche), quali ad
esempio la sintesi endo-energetica dell'adenosin-trifosfato (ATP), che funziona
da accumulatore di energia (-E = circa 7 Kcal Mole spendibili in successive
azioni di sintesi; ricordiamo che sono necessarie piu' di 8 K/cal Mole per
la reazione inversa ADP + P ? ATP ). L'energia accumulata da ATP poi viene
spesa la dove vi sia un lavoro necessario per ottenere una nuova organizzazione
molecolare, e cioe' l'ATP decomponendosi ciclicamente in adenosindifospato
(ADP) ed acido fosforico (P) attiva un lavoro di informazione ovvero di crescita
negentropica (-S). Nella fase catabolica tramite processi di idrolisi, coadiuvati
da enzimi e coenzimi, che hanno funzione catalitica specifica , ogni sostanza
ingerita (glucidi, lipidi, proteine ecc..), viene degradata nei componenti
fondamentali; i glucidi in anidride Carbonica (CO2) ed alcool etilico, i
lipidi generalmente vengono idrolizzati a glicerina ed acidi grassi quali
ad esempio l'acido lattico; mentre la demolizione per idrolisi delle proteine
conduce alla separazione degli amminoacidi dalla formula generale del tipo
(NH2-(CH)n-COOH); tali costituenti proteici possono venire: ossidati per
produrre calore generando ammoniaca (NH3) e CO2, molecole semplici che vengono
espulse dall' organismo; la prima trasformata in urea ( 2NH3 + CO2 ? urea)
con le urine e la seconda trasformata in acido Carbonico (H2CO3 ? H20 + CO2)
ed allontanata dalla respirazione; oppure gli amminoacidi servono per le
successive sintesi di proteine secondo un processo controllato dalla informazione
genetica specifica di ciascun individuo. Dato che nostro sistema metabolico
non e' capace di sintetizzare alcuni tipi dei 21 amminoacidi; tali amminoacidi
detti essenziali dobbiamo assumerli dalla alimentazione.
1.5. Le
vie metaboliche
In generale l'insieme dei prodotti idrolizzati ed elaborati dalla
catalisi enzimatica confluisce in un sistema complesso di reazioni detto Ciclo
di Krebs dal nome del biochimico tedesco Hans A.Krebs che nel 1937 ne pubblicò
una dettagliata formulazione che mise in luce il concatenamento ciclico di
una gran serie di reazioni, regolata da enzimi e coenzimi, che con meccanismi
di ossidazione e idrogenazione dei prodotti di reazione portano ad un controllo
graduale della elevata quantità di energia liberata in tale processo. Il ciclo
di Krebs può quindi essere visto con una immagine, come una piazza centrale
in cui convergono moltre le vie metaboliche il cui traffico é regolato da
enzimi e coenzimi (quali semafori e vigili del traffico cittadino), che indirizzano
il materiale disaggregato da fonti alimentari verso la ricostruzione di prodotti
molecolari ottenibili per sintesi anabolica di cui le cellule hanno bisogno;
tutto ciò avviene quindi con modalità in gran parte
indipendenti dalla dieta utilizzata, dato che qualsiasi cosa mangiamo,
viene ridotta nei suoi componenti essenziali i quali sono in numero limitato.
Da tali considerazioni si comprende meglio come il lavoro di informazione,
ovvero il processo di regolazione negentropico, sia il probema da individuare
e studiare per comprendere la vita e con essa il problema della salute. Ricordiamo
come alcuni enzimi detti "deidrogenasi" lavorino regolando i processi di ossidoriduzione,
così ad esempio il coenzima trasportatore di idrogeno NADH, nel ciclo di Krebs
determina la produzione di tre molecole di ATP, mentre la attività di un'altro
importante nucleotide FADH2, ne produce solo due; la scelta dell' uno o dell'
altro enzima é selezionata da un sistema complesso di informazione ormonale
generata dalle ghiandole endocrine, ed inoltre da un sistema di comunicazione
intra ed intercellulare, non ancora ben compreso dalla scienza, che può ad
esempio decidere di utilizzare gli amminoacidi solo per fornire calore, ovvero
puo' sceglire di attivare della sintesi di nuove proteine azionando il processo
controllato dal sistema di informazione genetica (DNA-RNA-RNA-Transfer ....)
Possiamo considerare a questo punto il fatto che nella cellula vivente, le
molecole che si formano certamente non nascono in modo casuale da semplici
reazioni chimiche, ma piuttosto sono prodotte da vie biosintetiche preordinate
ed altamente specifiche in cui ciascun passo viene catalizzato da un adeguato
enzima che agisce sulla selezione di sostanze tra loro affini (come ad esempio
gli zuccheri destro o levo giri), in un sistema di riconoscimento molecolare
e di trasferimento di informazione generale nel quale agiscono anche funzioni
cerebrali. Tutto ciò ora non rappresenta un sistema riproducibile in laboratorio
e neppure risulta facilmente compresibile dalla scienza contemporanea. E'
infatti, difficile comprendere ad esempio come il sistema vivente adulto
persegua una regola di "omeostasi" per cui l'individuo tende a rimanere se
stesso durante il cambiamento metabolico là dove ben poche molecole perdurano
senza modificazioni per tempi che durano più di un'ora, in quanto vengono
degradate e risinteizzate in modo ordinato continuamente anche all'interno
delle ossa. Per comprendere meglio questo stato dinamico ben poco spontaneo,
ma frutto di un lavoro di informazione che permette una trasformazione continuamente
ordinata, bisogna invero iniziare a riflettere a fondo sui concetti scientifici
che utilizzamo per capire le relazioni tra alimentazione vita e salute. Quando
ad esempio parliamo del lavoro di informazione nel contesto biologico, il
concetto di lavoro é evidentemente ben diverso da quello descritto dalla
fisica meccanica, come forza per spostamento di un oggetto che rimane inalterato
nel tempo. C'é pure del lavoro meccanico nel sistema biologico, ma esso costituisce
una parte concettualmente trascurabile nella comprensione della vita, proprio
poichè in quanto abbiamo visto che non siamo in presenza di alcuna condizione
statica di equilibrio, ma in una situazione di organizzazione dinamica nella
quale più del lavoro meccanico é decisivo l'apporto del lavoro di informazione.
L' informazione infatti, non può essere estratta da un sistema in equilibrio,
laddove essa é una costante; di conseguenza la informazione di un distema
in equilibrio costa poco in termini energetici così che la meccanica può trascurarne
la entità.
Diverso é il caso dei sistemi viventi dove
ad esempio sappiamo che basta ben poca materia od energia per bloccare il
sistema di informazione che produce la vita. Infatti, ad esempio possiamo
ricordare come siano sufficienti pochi milligrammi di curaro (o ancora minori
quantità di gas nervini) per bloccare i meccanismi di trasmissione neuronale
di informazione, ed oggi iniziamo a capire che, con una pillola per dimagrire,
si può agire sul rallentamento dei processi di idrogenasi/deidronenasi enzimatica
ed operare sulla inibizione della produzione di ATP, da cui dipendono le energie
di attivazione dei processi anabolici, pur mangiando molto; allora diviene
evidente quanto sia riduttivo limitare lo studio della nutrizione ad un calcolo
energetico di calorie immesse e consumate dall'individuo, cosa che può servire
solo a dare una informazione parziale sul fattore peso dell'individuo, ma
ben poco sul significato scientifico della vita... Già sappiamo come piccole
quantità di vitamine e di elementi inorganici siano essenziali per la salute
proprio in quanto tali elementi di basso valore energetico vanno ad interagire
con il sistema di lavoro di informazione di un organismo vivente. Pertanto
per affrontare il problema della vita i chimici ed i biochimici, durante la
fine del secolo appena terminato, hanno analizzato e scoperto molti particolari
sia sulla evoluzione chimica che sui meccanismi di reazione dei sistemi biologici
complessi; quello che ancora manca é proprio una comprensione dei principi
che agiscono nel campo dello sviluppo delle trasformazioni molecolari viste
in termini di auto-organizzazione dei sitemi di informazione biologica; quanto
sopra indubbiamente necessita una profonda riconcettualizzazzione della scienza.
1.6. Il "brodo
primordiale"
In questo impegno di approfondimento concettuale delle scienze
della vita, vari ricercatori biochimici tra cui il russo Alexander Ivanovic
Oparin (1938) ed in seguito l'americano Stanley Miller (1953), ed altri, hanno
iniziato a sperimentare la attività di scariche elettriche su un "brodo primordiale"
composto di molecole semplici come metano, ammoniaca, acqua, e sale riuscendo
ad ottenere amminoacidi semplici; poi dai primi "coacervati molecolari" di
chimica pre-biotica ottenuti in tal guisa, mediante ulteriori trattamenti
ed aggiunte di molecole ossigenate, hanno osservato una incipiente evoluzione
chimica, che ha condotto ad ottenere in vitro la produzione di alcune proteine,
e persino alcune sequenze del RNA, senza però attivare in alcun caso sistemi
paragonabili a qualcosa di simile ad un sistema vivente. Altri chimici hanno
tentato di individuare situazioni similari al metabolismo. ricercando di simulare
il ciclo di Krebs (a cui afferiscono migliaia di reazioni) ad un livello
di organizzazione catalitica inferiore, in modo da capire i principi che regolano
tale attività di auto-organizzazione delle trasformazioni chimiche. Tra loro
iniziò lo studio delle "Reazioni Chimiche Oscillanti" il chimico russo Zhabotinskii
(1953) ed in seguito i suoi studenti Belousow e Prigogine (quest'ultimo per
tali studi ottenne il premio Nobel per la chimica nel 1977), proprio in quanto
riuscì ad definire alcuni criteri interpretativi innovativi per la comprensione
dei sistemi chimici che presentano condizioni di auto-organizzazione dinamica
simili a quelle del metabolismo. Terminando queste sinteche considerazioni
sullo studio dei processi metabolici della alimentazione, allo scopo di dare
un contributo alla innovazione educativa, il nostro Laboratorio ha realizzato
in collaborazione con il centro didattico TV della Universita' di Firenze
l'Audiovisivo in cassetta VHS dal Titolo "Le Reazioni Chimiche Oscillanti"
Inoltre comprendendo, in seguito alle indicazioni di Ilya Prigogine, che l'effetto
fondamentale della attività di un sistema vivente é quella di produrre informazione,
abbiamo messo in evidenza la necessita di costruire un nuovo paradigma della
scienza, che sappia prendere in considerazione il concetto di "informazione"
quale parametro generale mancante per dare sviluppo alla capacità di interpretazione
del lavoro di informazione in campo biologico. Pertanto sapendo dal principio
di conservazione della energia, che non é possibile ricavare da un sistema
più lavoro di quanto se ne sia speso in esso, datasi la impossibilità sperimentale
di attuare il moto perpetuo, abbiamo iniziato ad introdurre la variabile
informazione come una forma di energia mancante nella considerazione delle
possibili trasformazioni di Energia. Il risultato della nostra riflessione
é semplice ma essenziale poiché facile ricavare che la crescita di informazione
in un sistema dinamico di codificazione e decodificazione di interazioni tra
energia e materia, avviene a spese di una sostanziale economia che procede
verso la dematerializzazione di processi a forte dissipazione di energia.
Abbiamo chiamato questo risultato "principio di fertilità evolutiva".